Una riflessione utopica sull'idea fisica e simbolica di specchio

composizione con specchio artistico e televisore anni ’60, in un contesto di design astratto e contemporaneo
specchio a cornice rettangolare con design essenziale, in un ambiente dalle tonalità neutre
vista ravvicinata di uno specchio con riflesso sfocato su superficie liscia grigia
prospettiva laterale di uno specchio sottile e minimalista in una stanza monocromatica
vista frontale di uno specchio nero con apertura centrale, in un ambiente dalle tonalità grigie e soffuse
dettaglio angolare dello specchio minimalista, con riflesso morbido su pavimento chiaro

Mirrorless è un oggetto metafisico, appartiene a mondi di pensieri che si allontanano dalla logica razionale per sperimentare altri universi di senso che hanno a che fare con l’astrazione, il paradosso, l’utopia. La sua identità concettuale è nell'assenza di una superficie riflettente e nella presenza di un vuoto, che elude i limiti dimensionali dell'oggetto fisico. Un vuoto pieno di significato che non sottrae, ma aggiunge infinite possibilità di esperienza e di relazione con la realtà. 

 

Il mondo artistico di riferimento è la ricerca di Lucio Fontana, il suo istinto a forzare la dimensione piana della tela come atto di costruzione e non di distruzione.” Mirrorless è un oggetto utopico. L'assenza dell'immagine riflessa distoglie dalla vanità effimera, dagli automatismi della società dei selfie, dal culto autoreferenziale che promuove un’estetica edulcorata e standardizzata, sempre più distante da ciò che accade oltre il sé. La possibilità di guardare “oltre”, attraverso una sorta di finestra fotografica, invita a vivere un’esperienza contemplativa lenta, silenziosa, solitaria e introspettiva.

 

Una conoscenza del mondo reale digitalmente sconnesso e allo stesso tempo pienamente allineato, che non si mette in posa ma cambia continuamente il suo stato d'essere. Mirrorless è una presenza solida, stabile e scultorea, eppure capace di interagire con l'ambiente, ovunque si trovi, attraverso riflessioni ed inquadrature costanti. Eccetto il volto, tutto si riflette sulla superficie in acciaio extra lucido: figura umana, luce e paesaggio diventano tutt'uno, in una sorta di rappresentazione universale del mondo.

 

/ WE DON'T DESIGN

/ 2024