Luci e ombre: un loft londinese tra arte e design

loft industriale, London (UK)
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Archeologia industriale e art design contemporaneo si intersecano liberamente in questo interno londinese illuminato dalla luce speciale che appartiene solo alle città sul fiume. Questo spazio grezzo, brutale, scolpito da luci e da ombre ha ispirato l’attitudine a moltiplicare le suggestioni attraverso dettagli minimi componendo una narrazione che non è mai univoca ma libera e poliedrica. La natura imponente dello spazio ha incoraggiato il desiderio di sperimentare nuove connessioni tra l'architettura e le cose, alternando scelte rigorose e poetiche concessioni al decoro. Il living è uno spazio aperto, illuminato dalle grandi vetrate industriali. La scelta di disporre gli arredi lungo un'ideale asse centrale organizza naturalmente lo spazio creando una ordinata continuità visiva. Il grande divano componibile anni '70 dalla linea curva avvolge l'area lounge introducendo il senso di una dimensione più intima in cui c'è spazio per oggetti dalla incisiva espressività artistica e per la presenza provocatoria di un tappeto a parete ispirato al celebre dipinto ottocentesco l'Origine du Monde di Gustave Courbet.

 

Una quinta trasparente suggerisce una relazione diretta tra il living e la zona notte, eliminando le barriere vivise e concettuali dello spazio domestico. Al di là del divano, il grande tavolo in marmo rappresenta un elemento di equilibrio classico, razionale e rigorosamente proporzionato allo spazio, immaginato a dialogare con pezzi iconici di design, ancora oggi in grado di affascinare, come la lampada installata a parete di chiara ispirazione surrealista. Quasi invisibile per l'essenzialità forzata oltre i limiti, la cucina è espressione di pura astrazione geometrica; ogni elemento funzionale scompare lasciando spazio al vuoto. La presenza di un ulivo secolare riporta l'accento sulla sacralità della natura: la seduta che lo circoscrive ha la forza simbolica di uno spazio mistico di meditazione e contemplazione, grazie anche a uno specchio non-specchio in grado di deformare il contesto adiacente. La scala, composta per elementi slegati e disallineati, è un libero tributo alla visionaria soluzione compositiva immaginata da Carlo Scarpa nel negozio Olivetti in piazza San Marco a Venezia. Conduce a un mezzanino aperto che ha l'atmosfera raccolta e silenziosa di uno spazio museale. Due poltrone e un dipinto. Non serve altro per introdurre in una dimensione silenziosa di dialogo con l'arte, intima e sospesa, raccordo ideale tra gli spazi della socialità e gli spazi personali della casa.

 

Il primo degli ambienti privati è una spaziosa dressing room ispirata all'atmosfera delle  boutique d’avanguardia berlinesi. L'outfit esposto come in una vetrina diventa protagonista della mise-en-scène circondato da espositori dall’accento retrò ed arredi futuristici. La camera da letto padronale ha una essenzialità monastica. È rifugio e alcova. Il letto è il cuore dell'ambiente con la sua forma geometrica essenziale e precisa che guarda all'estetica giapponese. Un’opera informale del dopoguerra italiano di Alberto Burri presidia il luogo più intimo della casa. In un curioso gioco creativo che ama i contrasti, all'immagine razionale del letto si contrappone il lavabo in marmo che introduce alla stanza da bagno en-suite: un oggetto materico e iper espressivo ricavato da un blocco di pietra grezza "per forza di levare". Una visione domestica che attinge al concept museale nella ricerca di asimmetrie, di pieni e vuoti, di riflessi e trasparenze.

/ 2022