Una replica all'intervista di Michael Anastassiades sul collectible design, pubblicata su The Book - Contract Network nel numero di Aprile dedicato alla Milano Design Week 2025.

prima pagina dell'articolo su The Book Contract Network dedicato alla filosofia WE DON’T DESIGN di Francesco Meneghello per la Milano Design Week 2025 dettaglio dell’articolo con i progetti di collectible design Mirrorless e Aldilà di Francesco Meneghello pubblicati su The Book

Questo articolo non nasce da una proposta editoriale. È stato richiesto. A marzo 2025 Contract Network pubblica un'intervista a Michael Anastassiades in cui il designer cipriota descrive il collectible come "una storia di soldi", "una comfort zone" per chi vuole "tagliare il traguardo prima del dovuto". Una lettura parziale, che meritava una prospettiva diversa.

L'intervista con Paolo Casicci, uscita sul numero successivo, raccoglie la provocazione e la ribalta. Il punto non è difendere il collectible in quanto tale, ma spostare lo sguardo: la vera comfort zone per i designer odierni trova rifugio nel meccanismo che porta le aziende a rivolgersi sempre agli stessi nomi, piuttosto che nella ricerca sperimentale pura, spesso radicale. "Oggi il sistema design è di tipo oligarchico. Alcuni nomi altisonanti fanno da art director a dieci, quindici aziende. Questo sistema rende i grandi ancora più grandi e i piccoli inesistenti."

I progetti riportati nel servizio sono le prime tre edizioni di WE DON'T DESIGN, l'identità di collectible design attraverso cui Francesco Meneghello sviluppa una ricerca parallela allo studio di design di interni: Mirrorless, Memorie, Aldilà. Specchi che non riflettono, tappeti che non decorano, sfere di cristallo che racchiudono profumi impossibili da annusare. Oggetti che esistono per interrogare cosa significhi "funzionare".